domenica 7 febbraio 2010

La grande notte di Shiva

Atma tvam Girijamati sahachara prana sariram griham Puja te vishayopabhoga rachana nidra samadhi sthithi Samcharah panapoh pradakshina vidhi stotram sarvagiro Yadyat karma karomi tattadhakhilan sadbho tavaradhaoam


"O Shiva, sei il mio Atman. Girija è il mio intelletto. I miei organi di senso (le forze vitali) sono i tuoi guardiani. Il mio corpo è il tuo tempio. Tutti i piaceri dei miei sensi sono una lode a te. Il sonno è samadhi (dimora in te). Tutti i miei passi sono pradakshina (circumambulazione) per te. Tutte le mie parole sono inni per te. Qualunque cosa io faccia, è un’adorazione per te, O' Sambhu."


Shivaratri ha una sua propria peculiarità. E’ un’occasione per l’introspezione, e porta il messaggio di rinuncia e sacrificio.


In questo giorno i devoti eseguono delle speciali puja per Shiva, osservano il digiuno tutto il giorno e restano svegli la notte cantando le glorie del Signore e recitando i mille nomi. Il digiuno indica la necessità di allontanarsi dal cibo dei sensi; la veglia ricorda la necessità della massima cura e discrezione per riuscire nel cammino spirituale.

Shiva è il redentore supremo dell’umanità. Amma dice che Shiva rappresenta quell’aspetto di Brahma che riceve il prarabdha (gli effetti delle azioni dell’esistenza attuale e delle precedenti) della creazione intera. Egli è come un filtro che depura dai peccati e dalle tendenze impure. E’ il Pasupati (il Signore degli esseri) che libera i pasu (i Sé individuali) recidendo il pasa (la corda) della loro schiavitù.

Shivaratri si celebra come anniversario della notte in cui Shiva bevve il veleno Halahala,vomitato dal serpente Vasuki nel momento della zancolatura dell’oceano di Latte, al fine di salvare il mondo dall’annientamento totale. In quella notte Shiva restò vigile e la creazione intera restò sveglia insieme a lui, lodando il suo sacrificio supremo e compassione.

L’Oceano di Latte è un’allegoria che rappresenta la nostra mente (chitta). Zancolando l’oceano di chitta (adottando pratiche spirituali), tutto - le vasana buone e cattive come pure i poteri innati o siddhi - emergono in superficie e possono essere eliminati o usati con discriminazione. L’ultimo ostacolo dell’ego - il veleno Halahala – è superato per mezzo della Grazia di Shiva, il Guru. L’Amrita simboleggia la Beatitudine o l’Immortalità che soltanto un sadhak (aspirante spirituale) con discriminazione (devas) riesce a realizzare.

Shivaratri rappresenta perciò la lotta dell’aspirante spirituale per la realizzazione e la sofferenza di cui si fa carico il Guru compassionevole per elevarlo all’Immortalità.