lunedì 18 gennaio 2010

Ramayana, Rama, e i soccorsi

Anche se pensiamo che quanto facciamo sia troppo poco o troppo modesto è sempre importante e a suo modo indispensabile.
Mi viene in mente un racconto che sta scritto all’entrata dell’Amrita School of Biotechnology ad Amritapuri. E’ un racconto molto conosciuto che si rifà al Ramayana, uno dei due grandi racconti epici dell’India in cui si narra la vita di Rama, settimo avatar di Vishnu, sovrano ideale e valoroso guerriero.

La vita del Signore Rama aderisce perfettamente al dharma (modello di condotta ed etica) malgrado le dure prove della vita. Ci si riferisce a lui come Maryada Purushottama, letteralmente Uomo Perfetto o Signore della Virtù. Rama è il consorte di Sita, considerata un avatar di Lakshmi e impersonificazione perfetta delle virtù femminili.
Figlio primogenito di Kausalya e Dasharatha, sovrano del regno di Ayodhya, per salvaguardare l’onore di suo padre, Rama rinuncia al diritto ereditario al trono di Koshala e trascorre quattordici anni in esilio nella foresta insieme a sua moglie Sita e a suo fratello Lakshmana. Lì Sita viene rapita dal crudele re dei demoni, Ravana, che la conduce nell’isola di Lanka. Il coraggio di Rama nel combattere una guerra terribile per salvare la moglie e il loro onore è completato dall’assoluta devozione di Sita per l’amore di suo marito, e la castità perfetta pur essendo prigioniera di Ravana.

Ma ecco come va la storia…..
Tanto tempo fa nell’antica India un orribile mostro dalle dieci teste chiamato Ravana si invaghì di Sita, l’amata consorte del Re Rama, e la rapì. Tutti amavano Rama e Sita perché i loro cuori erano puri. Il Re Rama dichiarò guerra a Ravana e diede il via alla battaglia. Il grande re delle scimmie, Hanuman, guidava l’esercito.
Viaggiarono fino ad arrivare al vasto mare che avrebbero dovuto attraversare per raggiungere il regno di Ravana. Il Re Rama tentò di calmare l’oceano lanciando le sue frecce magiche nelle onde infuriate. Ma il re del mare disse: “I mari non possono essere attraversati con la forza, ma solo con la costruzione di un resistente ponte.” Così, Re Rama ordinò alle sue scimmie di costruire un ponte di pietra che potesse reggere il peso dell’intero esercito
Scimmia dopo scimmia, tutte quante iniziarono a lavorare trasportando fino al mare enormi pietre e massi. Migliaia di scimmie lavorarono incessantemente sotto lo sguardo compiaciuto di Rama. Poi il re notò un piccolo scoiattolo marrone che correva su e giù dalle colline alla riva trasportando dei ciottoli con la bocca e si domandò: “Cosa sta facendo quella piccola creatura?” Anche le scimmie notarono lo scoiattolo e si arrabbiarono. “Fuori dai piedi, sei troppo piccolo, non servi a niente.” Gli gridarono.
Lo scoiattolo guardando le scimmie dal basso verso l’alto disse: “Sto aiutando a costruire il ponte per salvare la regina Sita!” Tutte le scimmie scoppiarono in una fragorosa risata e lo derisero dicendo: “In tutta la nostra vita non avevamo mai sentito nulla di più assurdo!”
Lo scoiattolo rispose: “Non posso portare pietre o massi, posso solo sollevare piccoli ciottoli, ma è quello che posso fare per aiutare. Il mio cuore è straziato per Sita e voglio essere d’aiuto”.
Le scimmie allontanarono lo scoiattolo, ma questi continuò a trasportare i piccoli ciottoli e ad accumularli nelle vicinanze. Una delle scimmie si arrabbiò a tal punto da prendere lo scoiattolo e lanciarlo in aria lontano. Lo scoiattolo spaventato gridò: “Rama!” Il re afferrò lo scoiattolo al volo e lo tenne al sicuro nel palmo della sua mano.
Fu solo in quel momento che le scimmie capirono di aver bisogno di ciottoli più piccoli da sistemare fra i massi grossi per evitare che il ponte crollasse.
Re Rama disse loro: “ Scimmie, non bisogna mai disdegnare i deboli o le azioni di coloro che non sono forti quanto voi. Ciascuno è utile e necessario secondo la propria forza e capacità e sono tutti necessari per costruire questo ponte. “Accarezzando lo scoiattolo con tre dita, il re Rama disegnò tre righe lungo la schiena dello scoiattolo. "Ciò che veramente conta non è la forza che si ha, ma quanto è grande l’amore e la devozione. L’amore e la devozione possono muovere i cieli e la terra”. Così da quel giorno gli scoiattoli hanno tre righe sul manto della loro schiena, il segno del grande re Rama.

Ieri durante il nostro incontro di satsang siamo venuti a conoscenza del piano di soccorso lanciato poche ore prima da Amma a seguito dell’aggravarsi della situazione ad Haiti. Seppur senza preavviso tutti abbiamo donato senza indugio il nostro supporto al progetto di soccorso e ci uniamo alla preghiera di Amma per la pace delle anime dei defunti, per coloro che sono rimasti feriti e hanno subito perdite devastanti, per la forza e la pace mentale di tutti coloro che hanno perso i loro cari.

Qualcuno ha detto: “Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno”.