mercoledì 30 aprile 2014

La nostra corona e il nostro scettro

God's Blessings Are Only For the Compassionate By: Sri Mata Amritanandamayi
On Apr 29, 2014

C'era una volta un ricco uomo d'affari che possedeva un negozio. Poiché era spesso in viaggio di lavoro, assunse un dipendente a cui affidare tutte le responsabilità della gestione del negozio e da cui avrebbe ricevuto puntualmente gli aggiornamenti. Il dipendente ricevette l'istruzione di accantonare il 10 per cento dei profitti di ogni giorno, depositandone direttamente il 7 per cento alla casa del proprietario e il tre per cento in banca.

L'uomo d'affari disse al dipendente che il conto in banca era a nome di un orfano e che il denaro sarebbe servito per prendersi cura di lui.  All’inizio il manager seguì fedelmente le istruzioni, depositando sempre il tre per cento, così come gli era stato richiesto. Però, dopo un po' incominciò a pensare: " Perché dare via così tutti questi soldi sudati, per un orfano?"

Da quel momento in poi, cominciò a depositare sul conto a favore dell’orfano solo l'uno per cento e il resto lo spese passando le serate a bere con gli amici. L'uomo d'affari non aveva dubbi sul buon operato del dipendente e non andò mai a controllare i depositi. Non passò molto tempo che il dipendente smise di depositare anche quell’uno per cento per usare tutti i soldi per il proprio divertimento.

Alla fine, a causa del bere e di altre cattive abitudini, il manager si ammalò. Divenne difficile per lui redigere le relazioni di lavoro. Un giorno, mentre era costretto a letto, ricevette una lettera da parte dell’uomo d’affari. Nella lettera c’era scritto: "Sono venuto a sapere che sei ammalato e costretto a letto. So che ti è persino difficile andare in negozio e lavorare per me. Ho quindi intenzione di chiuderlo. Ti ricordi di quel tre per cento che ti avevo chiesto di depositare in banca ogni giorno? Avevo detto che era per un orfano, ma in realtà era per la tua pensione. Presumo che ormai sul conto ci siano abbastanza soldi affinché tu possa vivere agiatamente per il resto dei tuoi giorni."

Molti di noi sono nella stessa condizione di quel manager con in mano quella lettera. Non ha senso lamentarsi quando è troppo tardi: "Oh, Dio! Perché ho sprecato tutte le opportunità che mi hai dato!" Piangere, quando si è di fronte alla morte, non serve a nulla. Le uniche risorse che potremo portare con noi saranno le buone azioni compiute.
 
Il nostro corpo può essere paragonato ad un paese governato da un re. E' il re che ha la corona e lo scettro che il popolo rispetta e obbedisce. Allo stesso modo i nostri organi e le nostre membra obbediscono ai nostri comandi solamente quando siamo sani. Una volta che la corona e lo scettro sono stati dati via, nessuno considererà più quella persona come un re. Quando si è sani, i vari organi del corpo obbediscono alle direttive della mente. La mente comanda: "Sollevare il braccio! Spostare la gamba! Cantare una canzone! " e così via, e il corpo immediatamente risponde in modo conforme. Ma un corpo malato e costretto a letto non può sempre obbedire tali comandi. Noi diciamo alla mano di alzarsi, ma questa ci ride in faccia e ci risponde di tacere. Così anche le nostre gambe e la testa. Ci rispondono: "Quando eri sano, quando portavi la corona, obbedivamo ai tuoi ordini. Ma perché dovremmo obbedirti ora che sei senza corona e debole?" Quando avremo una cattiva salute, nemmeno più il nostro corpo darà ascolto alle nostre parole. Non potremo più correre o saltare. Non potremo più masticare o deglutire. Gli occhi e le orecchie sciopereranno ad oltranza.

Diventeremo allora come un re spodestato dai propri sudditi. Ascoltate perciò con attenzione quanto Amma ha da dirvi. Ora, fintanto che siete giovani e sani, comportatevi sensatamente e usate la discriminazione. Siate compassionevoli con gli altri. Non permettete che la vostra arroganza e il vostro ego vi spingano a soggiogare gli altri. Se si passa la vita causando dolore agli altri, le nostre preghiere non potranno portarci benedizioni.

La grazia di Dio è solo per i compassionevoli. E' nel periodo della giovinezza e quando si è in buona salute che bisogna coltivare la compassione. Più avanti nella vita, nei momenti del pericolo, sarà questo ciò che verrà in nostro soccorso.