giovedì 1 dicembre 2011

Il tesoro

"Una leggenda racconta la storia di un pescatore chiamato Arun. 
Arun viveva sulle rive di un fiume. Una sera si stava avviando verso casa dopo una lunga giornata di lavoro con gli occhi semichiusi e sognava cosa avrebbe fatto se fosse stato ricco. Nel camminare il suo piede inciampò in un borsello di pelle che a lui sembrava essere pieno di tante piccole pietre. 
«Senza pensarci due volte raccolse il borsello e cominciò a lanciare i sassi nell’acqua. “ Quando sarò un uomo ricco, disse a se stesso, avrò una grande casa. E lanciò un altro sasso nel fiume. 
Poi ne lanciò ancora un altro pensando: io e mia moglie avremo domestici, cibo in abbondanza e tante belle cose. ‘ Andò avanti così finché non ci rimase che una sola pietra. Mentre la teneva in mano un raggio di sole la fece brillare. Comprese in quel momento che era una gemma preziosa. 
Aveva buttato via le ricchezze autentiche che aveva fra le mani sognando di ricchezze irreali del futuro. 
Charles Dickens una volta  ha detto:  "Rifletti sulle benedizioni del presente, di cui tutti ne abbiamo molte; non sulle tue passate disgrazie, di cui tutti ne hanno."
La Felicità e l’appagamento vengono dall’interno e non dalle circostanze . Vengono cambiando le cose che possiamo e dobbiamo cambiare. Dall’accettare e imparare a convivere con le cose che non possiamo cambiare, e la saggezza di riconoscere la differenza. Vengono dall’attitudine del cuore e della mente e dall’imparare a fidarsi di Dio. 
Domanda – Si dice che gli oggetti di cui gioiamo tramite i sensi non ci possono dare la felicità. Però a me sembra veramente di trarre la felicità dagli oggetti materiali; non è così?
Amma - La felicità non viene da qualcosa di esterno a te. Alcune persone adorano il cioccolato ma, per quanto sia deliziosa, dopo che avrai mangiato dieci porzioni in una volta, comincerai a provare avversione per il cioccolato. L'undicesimo pezzetto darà la stessa soddisfazione del primo. Ad alcuni il cioccolato non piace affatto. Il solo odore li nausea. Ma il cioccolato rimane sempre lo stesso, che alla gente piaccia oppure no. Se fosse davvero il cioccolato a renderci felici, non ci sentiremmo comunque felici a prescindere dalla quantità mangiata? E non sarebbero tutti a provarne piacere? Quindi la nostra contentezza non dipende dal cioccolato in sé, ma dalla nostra mente. Le persone credono di derivare la felicità dall'esterno e spendono tutta la vita a cercare di acquisire gli oggetti dei loro desideri. Ma alla fine, i sensi perdono la loro forza, diventiamo deboli e crolliamo. 
La felicità va cercata dentro, non fuori. Solo se facciamo affidamento sulla felicità interiore possiamo provare sempre beatitudine e appagamento. Sia gli oggetti materiali che i sensi che li percepiscono hanno dei limiti. Non è che l'aspetto materiale della vita debba essere evitato, ma dovremmo capire l'uso corretto di ogni oggetto e dargli, nella nostra vita, solo l'importanza che merita. Il problema sono i pensieri inutili e le aspettative.
Riconoscete il vostro dharma e sforzatevi di vivere di conseguenza. Compite le azioni senza alcuna aspettativa. Non aspettatevi amore, ricchezza, fama o altro. Lo scopo delle nostre azioni dovrebbe essere la purificazione del nostro sé interiore. Siate attaccati solamente a ciò che è spirituale, perché solo in quel caso conoscerete la vera felicità. Se compite delle azioni aspettandovi qualcosa dagli altri, la sofferenza sarà la vostra unica compagna. Ma se vivete in armonia con i principi spirituali, sarete in paradiso qui sulla terra e anche dopo la morte. Sarete di beneficio sia a voi stessi che al mondo.