lunedì 7 marzo 2011

La giusta attitudine per un viaggio felice


MATA AMRITANANDAMAYI DEVI, Feb 28, 2011, 01.07pm IST


Mata Amritanandamayi Devi, affettuosamente chiamata Amma, Ammachi e Ma dell’abbraccio, risponde alle domande sul vivere e sulla vita.

In quanto padre di famiglia, sono soggetto a moltissime responsabilità e doveri. Quale attitudine dovrei avere?



Sia per il padre di famiglia che per il monaco, la cosa più importante è come guardare e riflettere sulla vita e le esperienze che essa porta.


Se il vostro atteggiamento sarà positivo e aperto all’accettazione, vivrete con Dio pur vivendo nel mondo. Il mondo diventerà quindi Dio, e farete l’esperienza della presenza di Dio in ogni momento. Invece un atteggiamento negativo vi porterà proprio il risultato opposto; scegliereste quindi di vivere col diavolo.

La focalizzazione di un sadhak sincero o di un aspirante spirituale dovrebbe essere quella di conoscere la propria mente e le sue tendenze più basse cercando di trascenderle costantemente.


Una volta fu chiesto ad un mahatma: "Sua Santità, è sicuro di andare in cielo una volta morto? "
Il mahatma rispose: “Sì, certo. “ “Ma come fa a saperlo? Non è morto e non sa nemmeno cosa c’è nella mente di Dio.”

“Sì è vero che non so cosa c’è nella mente di Dio, ma conosco la mia mente. Ovunque mi trovo, sono sempre felice. Perciò anche se fossi all’inferno sarei comunque felice e contento" rispose il mahatma.

Tutto dipende dalla vostra mente.


Sono innumerevoli le persone che dicono che nonostante tutti i loro conforts materiali, manca comunque qualcosa nella loro vita. Perché hanno questa sensazione?

La vita porta varie esperienze e situazioni a persone diverse secondo il loro karma, le azioni del passato e il modo in cui vivono e agiscono nel presente. Non importa chi si è quali ricchezze si siano acquisite, perché soltanto il vivere e il pensare in modo dharmico e retto ci aiuterà a raggiungere la perfezione e la felicità nella vita.


Se la ricchezza e il desiderio non vengono impiegati in conformità del dharma supremo, cioè il raggiungimento del moksha o liberazione, non si avrà mai pace. Si avrà sempre la sensazione di qualcosa che manca.


Quel qualcosa che manca è la pace, la soddisfazione e la contentezza, e questa mancanza di autentica gioia crea un vuoto che non può essere colmato indulgendo in piaceri o soddisfacendo i desideri materiali.



Le persone di tutto il mondo credono di poter colmare questa lacuna assecondando i propri desideri. In realtà la lacuna resta e potrebbe persino ingrandirsi se si rincorrono soltanto le ricchezze terrene. Il dharma (la rettitudine) e il moksha (la liberazione) sono interdipendenti. Chi vive secondo i princìpi del dharma otterrà moksha, e chi desidera ottenere moksha condurrà necessariamente una vita dharmica.