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"La preghiera di Amma è che l'amore porti sollievo nella vita di tutti e ci offre l'opportunità di condividere questo sogno ognuno secondo il proprio stile, secondo i propri mezzi e secondo le proprie aspirazioni. Embracing the World è un sogno che diventa realtà e con le nostre attività sosteniamo questo meraviglioso progetto. " - Amma

Insieme per la Natura

"Amma chiede a ogni abitante del pianeta di offrire il proprio contributo per riportare l'armonia nella NATURA" - Amma

In Armonia

Molte voci si fondono per creare un unico suono. Molti cuori focalizzati su un unico obiettivo: il nostro Sogno “EMBRACING THE WORLD"

Il Cammino della Pace

"Possa l'albero della nostra vita essere fermamente radicato nel terreno dell'amore. Fate che le buone azioni siano le foglie quell'albero. Possano le parole di gentilezza esserne i fiori. E la pace il suo frutto." – Amma

Il Nostro Sogno

"Che tutti, nel mondo, possano dormire senza paura almeno per una notte. Che almeno per un giorno ciascuno possa mangiare a sazietà. Che almeno per un giorno gli ospedali non debbano curare vittime della violenza. Che almeno per un giorno ciascuno possa aiutare il povero e il bisognoso con il servizio disinteressato. Che questo piccolo sogno si realizzi, questa è la preghiera di Amma." - Amma

lunedì 25 marzo 2013

Pensioni Amrita Nidhi per le vedove e i poveri delle Mauritius


2o marzo 2013 Mauritius
Con la visita di Amma alle Mauritious è partito il programma Amrita Pension Nidhi per i poveri e le vedove. In India già più di 50.000 donne in stato di estremo bisogno oltre a disabili fisici e mentali ricevono la pensione.
 
 
Il Presidente della Repubblica, Rajeswar Purryag, ha detto che Amma è messaggera di pace e amore nel mondo. A nome del popolo delle Mauritius ha ringraziato Amma per la sua visita e le opere caritatevoli realizzate dal Mata Amritanandamayi Centre.

domenica 24 marzo 2013

I fallimenti non sono altro che successi in ritardo

By Mata Amritanandamayi
http://www.newindianexpress.com/lifestyle/spirituality/article1500727.ece
17 marzo 2013 12:00 AM
Figli, di solito la maggior parte delle persone parla con orgoglio delle proprie conquiste. Quando riusciamo in qualcosa, riteniamo che sia il risultato dei nostri sforzi e facciamo del nostro meglio per informare gli altri dei nostri risultati. Invece quando qualcosa va storto, cerchiamo di dare la colpa a qualcun altro. Ci lamentiamo di non essere stati ascoltati, e che se solo ci avessero ascoltato avrebbero avuto successo. Questo è un atteggiamento sbagliato nei confronti del fallimento.
Gli ostacoli, le difficoltà e gli insuccessi possono accadere in qualsiasi impresa, ma non dobbiamo permettere ai fallimenti di scoraggiarci. Dovremmo invece considerare i fallimenti come un ' successo in ritardo'. Il più grande fallimento che potrebbe accaderci nella vita sarebbe quello di sperimentare in continuazione solamente il successo. Edison, nell’inventare la lampadina elettrica, dovette accettare di fallire più di un migliaio di volte prima di avere finalmente successo. Quando un giornalista gli chiese come si fosse sentito ad aver sbagliato così tante volte, Edison rispose: "Non sono stati fallimenti, per me sono stati come mille passi che mi hanno portato al successo, ecco tutto”.
Anche quando qualcuno non riesce, significa solamente che comunque ha tentato, che era pronto alla sfida. Solo chi prova a fare qualcosa si trova ad affrontare il fallimento. C'è una sfida in ogni grande impresa, sia per il bambino che sta imparando a camminare, oppure studiare per un esame, imparare a guidare, scalare una montagna, andare a pescare in mare, o cominciare una nuova attività. Qualsiasi cosa si voglia intraprendere, il successo e il fallimento ci seguono come ombre. A volte si potrà riuscire, altre volte si potrà fallire.
Non bisogna avere paura di fallire. Se c’è, non si sarà mai in grado di avere ancora successo, e non si otterrà nulla. I bambini cadono tante volte quando imparano a camminare. Ma nessun bimbo penserebbe mai: “ Oh, sono caduto così tante volte, chi me lo fa fare a provare ancora? Per quanto mi sforzi, non ci riuscirò mai!” Cadere e fallire in continuazione non scoraggiano il bambino. In effetti per lui non è affatto un problema. Un bambino pensa solo che vuole imparare a camminare come un adulto. Bisogna avere questa attitudine per crescere.
 
Non dovremmo mai prenderci gioco di chi ha fallito. Dovremmo invece essere disposti ad offrire una seconda possibilità. Questo lo aiuterà ad andare avanti. La cosa più dannosa che si possa fare è il respingere completamente. La vita non è solo di chi ha successo, ma anche a chi ha fallito. Ecco perché si dice che bisogna incoraggiare non solo chi vince, ma anche i vinti. In campo sportivo si assegnano premi di consolazione agli atleti che hanno perso la gara. L’intento è dar loro incoraggiamento e motivazione affinché riprovino senza timore.
Qualche tempo fa si sono svolte le Olimpiadi Speciali per ragazzi disabili, fisici e mentali. Alcuni concorrenti che hanno partecipato alla gara di corsa dei 100 metri erano disposti sulla linea di partenza in posizione pronti allo scatto.  Al fischio di partenza immediatamente tutti hanno cominciato a correre con entusiasmo. Tutti sognavano di vincere il primo posto e tutti si erano allenati duramente per partecipare alla gara.  Poco dopo però, un bambino inciampò e cadde. Essendosi fatto male e sentendosi imbarazzatissimo scoppiò in un forte pianto. Sentendolo, tutti si sono voltarono a guardare indietro e mentre se ne stavano lì, in piedi e incerti sul da farsi, una bambina tornò sui suoi passi per tendere amorevolmente la mano al ragazzo e aiutarlo ad alzarsi. Abbracciandolo forte gli ha detto: "Non ti preoccupare. Ti tengo per mano, possiamo correre insieme”. Assistendo a ciò anche gli altri bambini disabili si sono uniti tenendosi per braccia per correre insieme. Mentre tutti nello stadio erano in piedi in un tripudio di applausi, i ragazzi hanno tagliato il traguardo insieme.
Forse questa non è proprio una storia vera. Ma c'è una grande lezione da imparare dai bambini in questa storia. È essenziale perseguire il successo nella vita. Ma è altrettanto  indispensabile imparare ad entrare in empatia con gli altri, con i loro fallimenti e delusioni, e aiutarli a raggiungere il successo.

domenica 17 marzo 2013

Impariamo a controllare la rabbia

Nella vita è molto importante imparare a controllare la propria rabbia. La rabbia è un’arma a doppio taglio, chi colpisce resta ferito insieme alla vittima. Quando si prova rabbia nei confronti di qualcuno, la nostra mente ne resta subito disturbata e diventa irrequieta. La mente non ci permette di starcene seduti, in piedi o di dormire in pace. Il sangue si scalda e siamo facili vittime di innumerevoli malattie. Purtroppo nella foga della rabbia non ci si rende conto di quanto ci succede.

Ci pensiamo due volte prima di guardare o di sorridere a una persona. Quando si sorride a qualcuno si può dare l’impressione di conoscere quella persona. Se poi quella persona se ne approfittasse e ci chiedesse un aiuto economico o qualcosa di simile? Pensandola in questo modo molti non sono inclini a sorridere agli altri. Però poi nei confronti della rabbia non si adottano le stesse precauzioni. Gettiamo le precauzioni al vento ed esplodiamo di rabbia.

Alcuni sostengono che la rabbia faccia parte della propria natura e di conseguenza non controllabile. Ma non è così. In determinate situazioni sappiamo controllarci. Per esempio non reagiremmo mai con rabbia al nostro capo. Questo perché sappiamo che ne subiremmo le conseguenze. Il datore di lavoro ci potrebbe trasferire o bloccare un’eventuale promozione. Oppure ci potrebbe persino licenziare. Quindi, in queste situazioni, facciamo del nostro meglio per controllare la nostra rabbia.
Ma di solito non moderiamo la nostra rabbia nei confronti dei subordinati. In realtà è qui che dovremmo porci dei limiti. Questo succede perché non possono rivalersi contro di noi; dipendono da noi. Pur non manifestando una reazione esteriore, interiormente si disperano. Le vibrazioni di infelicità nascoste nei loro cuori influiranno negativamente su di noi come una maledizione. Non sarà per niente facile alleggerirsi dalle conseguenze. Alcuni non otterranno mai buoni voti agli esami malgrado abbiano studiato molto. Altri non otterranno mai una buona posizione di lavoro, malgrado facciano molti colloqui. Forse si è ferito i sentimenti di qualcuno in qualche occasione. Di conseguenza il loro dolore si erge come una barriera che si frappone tra il flusso della grazia divina e noi.

Ciò non significa che non si debba rimproverare qualcuno quando la situazione lo richiede. Quando si notano degli errori è necessario correggerli. A volte anche la severità potrebbe essere necessaria. Però bisogna essere capaci di indossare la rabbia come una maschera, interiormente indisturbati. Inoltre la rabbia non dovrebbe mai essere diretta nei confronti dell’individuo, ma  nei confronti della sua condotta impropria. Non bisogna arrabbiarsi inutilmente, o più di quanto necessario. Bisogna fare particolare attenzione a non ferire il cuore di nessuno.

A questo proposito Amma si ricorda di una storia.
 
Un giullare aveva raccontato una storiella alla corte del re, ricca di arguto umorismo. Ma il re, che non aveva seguito attentamente la trama della storia, erroneamente pensò che il giullare si fosse preso gioco di lui, si arrabbiò e gli diede un sonoro ceffone. Il giullare si contorse con dolore e rabbia. Ma era stato il re a schiaffeggiarlo, come avrebbe potuto dire anche una sola parola? Così si voltò e schiaffeggiò il cortigiano in piedi accanto a lui. Il cortigiano chiese sorpreso: "Perché l'hai fatto? Non ti ho fatto nulla. Perché mi hai dato uno schiaffo? "
"E allora?" si giustificò il giullare, "Passalo a chi ti stà accanto. Dopo tutto, la vita è un grande ruota. La ruota della vita gira e ad ognuno torna ciò che gli spetta! "

Se invece di guardare al risultato delle azioni degli altri, il giullare avesse pensato di aver ricevuto il frutto delle proprie azioni, gli sarebbe stato più facile perdonare la trasgressione del re. Invece facendo del male ad altri non ha fatto altro che accrescere il peccato. Bisogna sempre ricordare che la rabbia è il seme dell'albero del peccato. Se un pazzo ci copre di insulti è facile perdonarlo. E' facile perdonare anche gli errori di un bambino, perché sappiamo che sono frutto dell’ignoranza. Molto spesso, la rabbia nasce dal nostro orgoglio. Dovremmo essere capaci di riconoscerlo. Per avere successo nella vita è importante liberarsi dalla rabbia.

lunedì 11 marzo 2013

Shivaratri insieme

La condivisione di momenti di raccoglimento, meditazione e riflessione ci è stata offerta dalla celebrazione di Shivaratri. I commoventi canti sostenuti dalla musica incalzante e la dolcezza dei doni  hanno toccato e sciolto il cuore di tutti, trasformando questa ricorrenza in un caldo abbraccio di unione fra i numerosi partecipanti. Om Namah Shivaya
  

 

venerdì 8 marzo 2013

Una mente calma è la chiave del successo

Figli, la vera spiritualità consiste nella maturità della mente. Possiamo credere che sia necessario per la vita possedere ricchezze, guadagni, auto e altri comfort. Ma restare immersi nel loro conseguimento non è il fine della vita umana. Nella vita il vero successo si ottiene quando si sviluppa la maturità mentale che ci fa vedere tutti uguali a noi. Qualsiasi successo conseguito senza di questo, è difatti un fallimento sia per l'individuo sia per la società.

Sviluppare i propri talenti non è sufficiente a garantire il successo nella vita. Dovremmo essere in grado di mantenere una mente tranquilla in ogni circostanza. In caso contrario, non saremo in grado di utilizzare con efficacia i talenti che abbiamo. Un giovane di grande cultura un giorno si presentò a un colloquio di lavoro. L'esaminatore gli chiese: "Come si chiama?" Il giovane era molto nervoso, così non rispose. Poi cominciò a rosicchiarsi le unghie e subito dopo a canticchiare un motivetto. “Perché non risponde?” chiese l’intervistatore. “Sto solo cercando di canticchiare ‘Happy Birthday’ perchè il mio nome viene alla fine” rispose il giovane.

Questo è ciò che spesso ci accade e a causa del nostro nervosismo va a finire che ci dimentichiamo persino il nostro nome. Non importa quanto si è talentuosi, fino a che la nostra mente non sarà calma, non saremo mai in grado di utilizzare in modo efficace i nostri talenti. Qualcuno che agli occhi del mondo sembra avere un gran successo potrebbe essere in realtà un fallito, mentre qualcuno che il mondo ritiene un fallito potrebbe essere quello di successo. Amma ha sentito parlare di un famoso scrittore che ha pubblicato molti libri su come raggiungere il successo nella vita, e che, alla fine, si è suicidato. Non basta scrivere sul successo nella vita, leggere oppure tenere conferenze su questo tema. Se non si è capaci di controllare la propria mente, sarà tutto inutile.
Amma ricorda una storia.
Un uomo che era un esperto arciere vinse numerose gare e alla fine conquistò il titolo di campione del mondo di tiro con l'arco. Nel sentire del suo successo, il suo amico lo sfidò: "Io conosco un maestro di tiro con l'arco che è anche un guru spirituale. Se sarai in grado di batterlo, allora riconoscerò che sei tu il campione del mondo in tiro con l'arco". L'uomo accettò la sfida e col suo amico si avviarono all’ashram del guru. Quando furono arrivati l'amico disse: "Guru, quest'uomo è il campione del mondo di tiro con l'arco." Nell’udire ciò il guru lo lodò molto. Poi l'amico aggiunse il motivo della visita, e il guru li invitò a fare una passeggiata con arco e frecce. 
Camminarono a lungo e finalmente raggiunsero la vetta di un’alta montagna che era collegata al picco di un’altra montagna tramite un ponte di corda. Di sotto, fra le due montagne scorreva un grande fiume. I tre uomini salirono sul ponte di corda e quando furono nel mezzo, il guru disse: “Lassù, dall’altra parte, c’è un albero con un solo frutto. Riesci a colpirlo da qui?" Non appena il campione alzò l’arco e la freccia, una forte folata di vento fece oscillare talmente forte il ponte di corda da fargli temere di precipitare nel fiume. Tremando di paura e con grande difficoltà, cercò di dominarsi e tirò freccia, ma mancò il bersaglio. Quando fu il turno del guru, egli mirò il bersaglio sollevando con calma arco e freccia. Il ponte fu scosso nuovamente dal vento impetuoso, ma egli riuscì a tirare la freccia e a far cadere il frutto. Come ci riuscì? Gli fu possibile perché aveva fra le mani il ‘telecomando’ della  propria mente. Nulla che fosse all’esterno avrebbe potuto agitare la sua mente. Di conseguenza, non aveva paura.

E' possibile danzare con serenità su un palco che si muove agitatamente? Affrontare la vita con una mente nervosa è simile a questo. C'è solo una cosa che rimane sempre ferma, e questa è Dio. Se facciamo di Dio il fondamento della nostra vita, la nostra mente diventerà stabile di per sé. Dovremmo fare la danza della nostra vita su un palco immobile, fermo. Questo palco è Dio. Quando avremo la convinzione che Dio è sempre con noi pronto a sostenerci e a proteggerci, saremo allora in grado di accettare la vita senza paura o ansia. Questo farà diventare il viaggio della nostra vita gioioso e saremo anche capaci di condividere la gioia con chi ci circonda.