domenica 24 marzo 2013

I fallimenti non sono altro che successi in ritardo

By Mata Amritanandamayi
http://www.newindianexpress.com/lifestyle/spirituality/article1500727.ece
17 marzo 2013 12:00 AM
Figli, di solito la maggior parte delle persone parla con orgoglio delle proprie conquiste. Quando riusciamo in qualcosa, riteniamo che sia il risultato dei nostri sforzi e facciamo del nostro meglio per informare gli altri dei nostri risultati. Invece quando qualcosa va storto, cerchiamo di dare la colpa a qualcun altro. Ci lamentiamo di non essere stati ascoltati, e che se solo ci avessero ascoltato avrebbero avuto successo. Questo è un atteggiamento sbagliato nei confronti del fallimento.
Gli ostacoli, le difficoltà e gli insuccessi possono accadere in qualsiasi impresa, ma non dobbiamo permettere ai fallimenti di scoraggiarci. Dovremmo invece considerare i fallimenti come un ' successo in ritardo'. Il più grande fallimento che potrebbe accaderci nella vita sarebbe quello di sperimentare in continuazione solamente il successo. Edison, nell’inventare la lampadina elettrica, dovette accettare di fallire più di un migliaio di volte prima di avere finalmente successo. Quando un giornalista gli chiese come si fosse sentito ad aver sbagliato così tante volte, Edison rispose: "Non sono stati fallimenti, per me sono stati come mille passi che mi hanno portato al successo, ecco tutto”.
Anche quando qualcuno non riesce, significa solamente che comunque ha tentato, che era pronto alla sfida. Solo chi prova a fare qualcosa si trova ad affrontare il fallimento. C'è una sfida in ogni grande impresa, sia per il bambino che sta imparando a camminare, oppure studiare per un esame, imparare a guidare, scalare una montagna, andare a pescare in mare, o cominciare una nuova attività. Qualsiasi cosa si voglia intraprendere, il successo e il fallimento ci seguono come ombre. A volte si potrà riuscire, altre volte si potrà fallire.
Non bisogna avere paura di fallire. Se c’è, non si sarà mai in grado di avere ancora successo, e non si otterrà nulla. I bambini cadono tante volte quando imparano a camminare. Ma nessun bimbo penserebbe mai: “ Oh, sono caduto così tante volte, chi me lo fa fare a provare ancora? Per quanto mi sforzi, non ci riuscirò mai!” Cadere e fallire in continuazione non scoraggiano il bambino. In effetti per lui non è affatto un problema. Un bambino pensa solo che vuole imparare a camminare come un adulto. Bisogna avere questa attitudine per crescere.
 
Non dovremmo mai prenderci gioco di chi ha fallito. Dovremmo invece essere disposti ad offrire una seconda possibilità. Questo lo aiuterà ad andare avanti. La cosa più dannosa che si possa fare è il respingere completamente. La vita non è solo di chi ha successo, ma anche a chi ha fallito. Ecco perché si dice che bisogna incoraggiare non solo chi vince, ma anche i vinti. In campo sportivo si assegnano premi di consolazione agli atleti che hanno perso la gara. L’intento è dar loro incoraggiamento e motivazione affinché riprovino senza timore.
Qualche tempo fa si sono svolte le Olimpiadi Speciali per ragazzi disabili, fisici e mentali. Alcuni concorrenti che hanno partecipato alla gara di corsa dei 100 metri erano disposti sulla linea di partenza in posizione pronti allo scatto.  Al fischio di partenza immediatamente tutti hanno cominciato a correre con entusiasmo. Tutti sognavano di vincere il primo posto e tutti si erano allenati duramente per partecipare alla gara.  Poco dopo però, un bambino inciampò e cadde. Essendosi fatto male e sentendosi imbarazzatissimo scoppiò in un forte pianto. Sentendolo, tutti si sono voltarono a guardare indietro e mentre se ne stavano lì, in piedi e incerti sul da farsi, una bambina tornò sui suoi passi per tendere amorevolmente la mano al ragazzo e aiutarlo ad alzarsi. Abbracciandolo forte gli ha detto: "Non ti preoccupare. Ti tengo per mano, possiamo correre insieme”. Assistendo a ciò anche gli altri bambini disabili si sono uniti tenendosi per braccia per correre insieme. Mentre tutti nello stadio erano in piedi in un tripudio di applausi, i ragazzi hanno tagliato il traguardo insieme.
Forse questa non è proprio una storia vera. Ma c'è una grande lezione da imparare dai bambini in questa storia. È essenziale perseguire il successo nella vita. Ma è altrettanto  indispensabile imparare ad entrare in empatia con gli altri, con i loro fallimenti e delusioni, e aiutarli a raggiungere il successo.

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